UNA VOCE DALLA PACE

 
 


 

 


Anno 2006-2007

 

 

 

 

 



Sommario

 

Parlando d’ambiente      pag.    2

Ecologia in poesia

Il giorno della pulizia                3

Recupero è fantasia                   4

Impastare è bello                        5

Racconti                                       6

Parlando di guerra                     9

Africa                                         10

Siamo angeli o

diavoletti? (lettere)                   12

La pagina del

volontariato                               14

Il giorno della memoria          16

Storie di vita bambina             17

La pagina del cinema              20

Le sette meraviglie del

mondo                                       21

La pagina di moda                   22

La pagina del divertimento    23

 

 

 

 

 

 


La Marcia della Pace

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


4 ottobre 2006

 

 

Ciao a tutti.

Vi ricordate di noi? Siamo gli alunni delle classi VA e VB del Quartiere Pace.

L’anno scorso abbiamo scritto un volumetto dal titolo “Non c’è uno senza due, non c’è identità senza differenza”. Quest’anno ci ripresentiamo  con questo giornalino. Realizzarlo ci ha fatto sentire come dei giornalisti. L’abbiamo creato  discutendo di molti argomenti, raccontando nostre esperienze, cercando informazioni dai libri e dai giornali, partecipando a varie iniziative.

Ci siamo accorti che nel mondo ci sono cose brutte, contro l’ambiente e contro l’umanità, che ci fanno vergognare, ma anche cose belle di cui essere orgogliosi. Vogliamo raccontare tutto ciò che sappiamo per passare informazioni e riflettere, ma dedicheremo  qualche pagina  anche alle curiosità e al divertimento.

Non sarà un giornale famoso, però vale come gli altri perché a quello che diciamo ci crediamo veramente.

 

 

 

MCCCXXIII

In segno di pace

tra guelfi e ghibellini
della marca

qui il vescovo Federico

edificò la prima chiesa

dedicata a S. Maria della Pace

 

Ci sembra significativo, ritrovandoci all’ appuntamento del progetto “La mia scuola per la Pace”, farvi conoscere  questa lapide che troviamo nel nostro quartiere,  chiamato  “Quartiere Pace”.

E sapete perché ha questo nome?

Bisogna risalire a molto tempo fa, al Medioevo, quando nella Marca, tra la fine del secolo XI e l’inizio del XII, sorgono i liberi Comuni. Macerata lo diventa nel 1138. Ma fin dall’inizio i Comuni sono spesso in lotta fra loro per ingrandire i propri confini e  approfittano del contrasto tra il Papato e l’Impero per ottenere dall’uno e dall’altro il riconoscimento delle conquiste fatte. I seguaci del Papa vengono detti  Guelfi; quelli dell’imperatore  Ghibellini.

Nel 1320 Macerata ottiene la Diocesi, cioè diventa la sede del Vescovo, togliendola a Recanati proprio perché i ghibellini recanatesi avevano cacciato dalla città i guelfi.

Il primo Vescovo, Federico, un recanatese, sperando in una pace fra le due città, fonda,  sull’incrocio delle  strade che mettevano in comunicazione Macerata e Recanati, una chiesa che dedica appunto alla Madonna della Pace.

Ora la chiesetta non c’è più, ma la targa testimonia che la ricerca della pace è un obiettivo sempre presente e noi speriamo che nel mondo si arrivi alla pace definitiva.


 

PARLANDO D’AMBIENTE

 


 


Noi bambini vorremmo vivere in un mondo sano e pulito. Ma che cosa stanno combinando i grandi?

Abbiamo sentito in televisione, letto sui giornali e parlato a scuola che la terra e la natura sono in pericolo, che ci sono molti problemi, non cose semplici, ma gravi: inquinamento, eccessivo riscaldamento della terra, scioglimento dei ghiacciai, innalzamento del livello delle acque, desertificazione, ….

Americani, Cinesi e tutti gli altri: dobbiamo smettere di inquinare l’aria, perché, per colpa delle vostre fabbriche, il nostro mondo, i nostri Paesi, le nostre città si stanno rovinando. Anche gli animali emigrano e se solo potessero parlare, avrebbero molto da dire e protesterebbero anche loro.

Stiamo proprio in un bel guaio, possibile che non lo capite ? E’ proprio ora di cambiare comportamento!

Noi uomini sprechiamo troppo: troppa energia elettrica quando lasciamo accesa la luce senza necessità, troppa acqua quando lasciamo aperti i rubinetti mentre ci facciamo la doccia , troppa macchine in giro, troppi scarti alimentari, troppi consumi, troppe foreste abbattute

troppo….troppo….troppo

Tutti quelli che sprecano devono pensare a noi e al nostro futuro.. Che mondo ci lascerete? Come potremo ammirare, ad esempio, la bellezza dei paesaggi naturali, se voi li avete distrutti?

Come potremo utilizzare le risorse della Terra se voi le avete consumate tutte?

Abbiamo seguito le notizie che arrivavano in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua. E’ molto crudele sapere che più di un miliardo e mezzo di persone, tra cui tantissimi bambini, in molte parti del mondo, muoiono di fame e di sete per via della scarsità d’acqua e dell’acqua sporca che sono costretti a bere, mentre in altre parti essa si consuma senza  nessun risparmio.

Secondo gli studiosi, le soluzioni ci sarebbero, prima di tutto cominciando a cambiare i nostri comportamenti. E allora diamoci da fare!

Lo spreco dell’acqua e la rovina dell’ambiente sono cose spaventose perché la natura è la vita e l’acqua è il tesoro che la permette.


Spegniamo le luci e 
accendiamo il cervello! 

 

 

 

 


E noi bambini, che cosa possiamo fare?


Ecologia  attraverso la poesia

 


Anche se il cielo è pur sempre celeste,

anche se ci sono ancora le feste,

siamo sicuri che non siamo andati a

rovinare

il nostro bel mondo, la terra e il mare?

Qui si parla di grave inquinamento,

è urgente cambiare atteggiamento!

Usare la bici è più divertente

e non si inquina per niente,

facendo la doccia e non il bagno

di certo avrai un gran guadagno,

e se, nel lavarti i denti, chiudi il rubinetto

sei un bambino “ecologico” perfetto.

 

 

 

 

 

Risparmiare acqua non solo è conveniente,

con pochi gesti puoi salvare tanta gente.

Fare la raccolta differenziata,

non è poi una gran faticata!

Produrre la minor quantità di rifiuto possibile,

non è una cosa impossibile.

Indossare abiti che non stanno più ai fratelli maggiori

ci rendono  persone migliori.

Risparmiare è un dovere di tutti

perché gli sprechi sono proprio brutti!


 

 


Il giorno della pulizia

 

Convinti che anche noi bambini possiamo essere d’esempio ai grandi e a chi fa poca attenzione a mantenere pulita la città, abbiamo deciso di aderire all’iniziativa “Puliamo il mondo” e il giorno 22 settembre ci siamo trasformati in operatori ecologici del paese di Morrovalle. Ci hanno ricevuto l’assessore all’Ambiente e i rappresentanti di Legambiente, che ci hanno rifornito di guanti, cappelli, sacchetti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Ci siamo divisi in gruppi, ognuno con un compito preciso. C’era chi raccoglieva le cartacce, chi il vetro, chi la plastica, chi le lattine.

Pulire una città è anche un’esperienza divertente.

Era giorno di mercato e la gente ci guardava incuriosita chiedendoci che cosa stavamo facendo e noi, orgogliosi, rispondevamo che eravamo lì per raccogliere i rifiuti che i cittadini lasciano a terra.

Abbiamo parlato di ecologia con i proprietari delle bancarelle e li abbiamo invitati a mettere carte e cartoni nei nostri sacchetti.

Girando per le strade e per i giardinetti, di spazzatura ne abbiamo raccolta tanta.

Ma chissà se hanno fatto apposta a lasciarla?


Recupero è fantasia!
 

 

 

 

 



Al tempo d’oggi noi  bambini pensiamo che la fantasia e la creatività, senza un gioco elettronico, non servano a niente. E così facciamo spendere soldi ai genitori e rischiamo anche di farci del male, come quando cerchiamo di imitare le imprese dei personaggi dei videogiochi di guerra.

Ma davvero non esiste altro modo per divertirsi?

Beh, noi abbiamo scoperto quanta fantasia nascondiamo, provando a giocare alla stessa maniera dei  nonni e dei bambini che non hanno soldi da sprecare in giocattoli.

A scuola abbiamo recuperato materiale “povero” e di scarto: riviste, bottoni, scatole di cartone, bottiglie di plastica, ritagli di stoffa, ecc. Poi abbiamo messo in movimento e sviluppato le idee  per creare qualcosa di carino. 

 

 

 

 

 

 


Chi poteva sapere che da bottiglie di plastica si possono ricavare fiori o arredamenti per la casa, che piegando in diversi modi le pagine di vecchie riviste  vengono fuori soprammobili quasi artistici, o che vecchie scatole rovesciate si prestano benissimo a diventare case?

 

 

 

 

 

 

 


E che c’è di meglio di una mostra per mostrare che tutto quello che noi chiamiamo “spazzatura, è una cosa bellissima? Se, poi, tutto questo può servire anche per sostenere un progetto di scuola in Africa, è ancora meglio!

Un consiglio:  prima di buttare cose vecchie, pensate a quale altro uso destinarle. Noi ci abbiamo provato e ci siamo divertiti. Liberando la fantasia gli oggetti si sono trasformati.

In più siamo stati orgogliosi di avere fatto un’opera buona.

Altroché tasti di computer, playstation, gameboy!

 

 

 

IMPASTARE E' BELLO 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


“Che bello impastare!” abbiamo gridato tutti noi quando ci hanno fatto sapere che eravamo stati scelti per il progetto “Gioca con la terra”.

E’ stata proprio una bella esperienza, ma la cosa più interessante è che studi, riproduci la storia e allo stesso tempo giochi a fare il muratore.

Questo progetto è stato fatto per darci la possibilità di sapere qualcosa di più del nostro territorio.

Infatti, in un rione di Macerata, chiamato “Ficana”, ancora esistono case fatte di terra. Rovinate dalle piogge e dal vento, ormai ne sono rimaste poche a ricordo del nostro passato.

Il ragazzo che ci ha fatto andare indietro nel tempo si chiama Federico che, inizialmente, ci ha raccontato e illustrato al computer la storia di queste case. Poi siamo andati sul posto a vederle.

In una stanza vicina alla palestra, è stato organizzato il laboratorio antropologico-creativo dove ci siamo cimentati ad impastare con acqua l’argilla e la sabbia, e a tagliuzzare la “spinosa”  paglia per fare i mattoni.

A più riprese abbiamo fabbricato i mattoncini aspettando, poi, che si asciugassero.

Finalmente abbiamo incominciato a costruire mini-muretti, poi le porte, le finestre e il tetto.

Alla fine abbiamo ammirato le case di terra in  miniatura, quasi simili a quelle reali.

Per imparare, fatica e tanto divertimento; non è una cosa fantastica?

 

 

 

 

 

 

 

 

 


RACCONTI
 

 

 


Un grido accorato delle giraffe

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cari umani, siete proprio messi male! Ma pure noi giraffe non ce la passiamo bene: stiamo per scomparire!

Si potrebbe tentare di tornare indietro nel tempo, ma la pubblica legge lo vieta.

Perciò abbiamo creato un’associazione “Giraffe per il mondo”, con lo scopo di aiutarvi via chat, perché il futuro è vostro, è nostro, ed è VITA!!

Avete scoperto come utilizzare l’energia solare, quella eolica, quella geotermica, quella delle biomasse? E allora, datevi da fare, sfruttate queste energie alternative, e soprattutto

r i s p a r m i a t e !!!

Vi consigliamo di usare di meno l’automobile privata e di più i mezzi pubblici, così in un’unica auto vanno tante persone. E se avete caldo, non comprate i condizionatori, che consumano e riscaldano ancora di più l’atmosfera, fate come noi che ci ripariamo sotto l’ombra degli alberi…. Beh, forse, non ne avete uno in casa, ma sicuramente si può pensare a qualche soluzione economica e naturale. Magari vi potete far consigliare dalle nostre genti africane, che in fatto di caldo sono degli esperti!

 

 


Un inverno particolare

 

E’ Gennaio, dovrebbe essere inverno, ma, visto che ogni giorno c’è sempre il sole, sembra di essere in primavera. Andando in giro ho visto dei fiori che dovrebbero sbocciare verso aprile. Ogni giorno il telegiornale mostra le immagini di animali che dovrebbero essere in letargo e, invece, per il troppo caldo, sono più svegli che mai.

Ci hanno detto che la causa principale di questo tempo così strano è l’inquinamento dell’atmosfera, che produce l’effetto “serra” facendo aumentare la temperatura del nostro pianeta. Ecco perché le stagioni sono cambiate.

Ad esempio, alcuni anni fa, a gennaio, c’era spesso la neve e noi bambini ci divertivamo a fare pupazzi e palle di neve. Oggi, invece, dato che fa caldo, capita che i ragazzi costruiscano castelli di sabbia al mare!!

 

Non c’è niente da ridere!

 

In una grande savana vivevano moltissimi animali. I carnivori occupavano la parte settentrionale, mentre gli erbivori quella meridionale. Ogni tanto i carnivori facevano una scappatella al sud per rifornirsi di cibo, ma poi ritornavano  al loro territorio. Gli erbivori, tutto sommato, stavano bene: molti potevano contare sulla loro velocità per sfuggire al nemico, e c’era tanta erba da mangiare.

Ma poi successe una cosa che stravolse la vita della savana. Per ben due anni le piogge, sempre tanto attese, non si fecero vedere per niente. Le erbe seccarono tutte e gli erbivori, rimasti senza cibo, cadevano uno dopo l’altro.

I carnivori, che non si rendevano conto del problema, erano felici della situazione e ridacchiavano: “Moriranno tutti e noi avremo carne senza alcuna fatica! Ah, ah!”

Ma il capobranco, il più saggio di tutti, disse che la morte degli erbivori, avrebbe causato ben presto la mancanza di cibo per loro, e che, quindi, non dovevano ridere tanto. Di fronte a quella verità, diventarono immediatamente seri e preoccupati: loro non potevano fare niente riguardo al cambiamento climatico!

Un carnivoro, però, fece una proposta: “Purtroppo è così! Se invocassimo il re divino?  Lui ci potrà aiutare sicuramente”.

Tutti dissero che era un’ottima idea. Si misero in cerchio e cominciarono a fare la danza propiziatoria intorno al fuoco.

Alla fine il dio fece sentire la sua voce: “Rinunciate per una settimana al mese agli erbivori, e io farò del mio meglio per far tornare le piogge”.

Gli animali, anche se a malincuore, accettarono. Dopo cinque giorni, l’acqua cadde e il clima tornò quello di prima, e anche piante, erbivori e carnivori ripresero la loro vita di sempre.

La scomparsa dell’inverno

 

Lo scoiattolo Cip e la mamma Ciop vivono in una grande quercia dove hanno accumulato cibo per l’inverno. Ma questo tarda a venire.

“Mamma, perché l’inverno non arriva?”

“Non lo so, Cip, forse perché è andato in qualche altra parte del mondo”.

“Ma io sono stanco, vorrei andare in letargo!”

Quasi tutti gli abitanti del bosco sono preoccupati e decidono di discuterne insieme all’ombra della grande quercia.

L’orso prende per primo la parola: ”Io credo che le stagioni abbiano litigato fra loro”.

Il serpente ribatte: ”Non credo proprio, sono sempre andate d’accordo”.

Le formiche si lamentano in coro: ”Se il sole resterà per sempre qui, noi moriremo di caldo!”.

Mamma Ciop allora dice: ”Chiediamolo alla  Primavera, forse lei sa perché l’inverno quest’anno non si è fatto vedere”.  Così si mettono tutti in cammino per la strada che porta al palazzo della giovane Primavera.

Quando vedono una luce luminosa, capiscono di essere arrivati.

La Primavera spiega: “No, tra noi, non c’è stato alcun litigio. Da sempre una stagione, quando ha finito il suo compito, accoglie l’altra e rimane un po’ con lei in attesa che si ambienti; poi se ne ritorna al suo Palazzo per riposarsi ed essere in forma l’anno successivo. Però, un giorno l’Inverno è venuto a bussare con molto anticipo alla mia porta. Non era ancora ora che io mi svegliassi e l’ho ascoltato un po’ insonnolita.

Ma il vecchio era tanto addolorato che mi sono fatta subito attenta.

Lui mi ha detto: “Sono arrabbiato con gli uomini che inquinano l’ambiente e l’aria. Finché non capiranno il male che fanno, io non apparirò più. Perciò, ti prego di sostituirmi”.

Questo è quello che riferisco a voi”.

 

Il drago Ambi-purr

 

C’era una volta un drago di nome Ambi-purr. Come voi tutti sapete, i draghi sputano fuoco, ma questo era un po’ speciale: dalle sue narici usciva un gas di colore quasi scarlatto che, pur riscaldando l’ambiente, non inquinava in alcun modo.

Abitava nel cratere di un altissimo vulcano, proprio sopra la città, ed era al corrente di tutto quello che accadeva nella grande metropoli. Anche se era rimasto solo, non si annoiava. Passava ore ed ore ad osservare la vita degli abitanti e si divertiva tantissimo.

Purtroppo da molto tempo, un velo grigiastro sopra la città, divenuto sempre più spesso, gli oscurava la vista, finché non riuscì a distinguere neppure un grattacielo. Preoccupatissimo decise che era venuto il momento di scendere tra gli umani e di fare un accordo con loro.

La sua apparizione gettò il terrore tra gli abitanti, ma Ambi-purr riuscì a tranquillizzarli: “ Non temete, non voglio farvi del male, anzi sono qui per aiutarvi. Vi darò tutta l’energia di cui avete bisogno, in modo che smettiate  di emettere nell’atmosfera gas nocivi e inquinanti. Se accettate, io me ne ritornerò in cima alla montagna e mi basterà guardarvi da lassù”.

Superata la paura, e con qualche incertezza, i cittadini dissero di sì.

Col tempo videro che stavano tutti meglio ed elessero il drago a protettore della città ed ogni anno lo invitavano ad una grande festa.


PARLANDO DI GUERRA

 


Sono solo una bambina di dieci anni e non capisco perché gli adulti si comportano in una certa maniera. Non c’è telegiornale che non parli di guerre e di vittime, che non ci faccia vedere scene di morte e di distruzione Ma se io fossi in Africa, in Iraq, … in tutti quei posti dove c’è la guerra, e potessi comandare, la mia prima legge sarebbe: basta con la guerra. E invece di uccidere mi metterei d’accordo con l’altro e aiuterei chi è più debole.

Anche nella storia che ho studiato finora, quella dei popoli antichi, ho letto di tantissime guerre, ma per me le cause di litigio si possono risolvere ragionando con calma e usando tolleranza e rispetto. Che bisogno c’è di farsi guerra per motivi religiosi? Non si può vivere insieme e volersi bene anche se si ha un modo diverso di praticare la religione?

Ho saputo che un’altra causa di guerra sono le ricchezze che un territorio ha, come  il petrolio o le pietre preziose, che sono beni che portano denaro.  Tutti vogliono occupare gli stati dove queste si trovano in grandi quantità, ma non è giusto. Forse, per quegli stati, tali ricchezze sono l’unica fonte di guadagno.

Le guerre hanno come conseguenza solo maggiore povertà e distruzione. Basta vedere le immagini che ci inviano i telegiornali per scoprire che nei paesi in guerra ci sono solo rovine, ma soprattutto tante morti e mutilazioni.

E lo sapete chi sono le maggiori vittime? Dai dati delle ultime guerre abbiamo saputo che 34% sono dei bambini; 26% anziani; 16% donne; 17% uomini; 7% militari.

Perciò le maggiori vittime sono i bambini, cioè gli esseri innocenti, mentre pochissime vittime sono i militari. Non è terribile questo?

Noi bambini vogliamo vivere,  e vivere in un mondo di pace per poter apprezzare tutto quello che c’è di bello al mondo.

 

VIVA LA PACE!
 

 

 


 

 


AFRICA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Africa

Africa è il sorriso dei bambini

è felicità, gioia di vivere,

giocare all’aperto

forse con qualcosa in meno ma non importa,

alla fantasia e alla creatività

basta poco.

Africa, paese meraviglioso

simile a giorni di sole,

animali grandi come eroi, paesaggi immensi

che non finiscono mai di meravigliare.

Africa, sei forte e ricca,

non ti arrendere.

 

Questo è l’anno dedicato all’Africa e il Comune ha invitato le maestre a parlarci di questo  continente .

Dalle immagini che abbiamo visto, l’Africa ci appare un bellissimo continente, con una grande varietà di paesaggi e di ambienti: i deserti, le oasi, le savane, le foreste, le montagne, i grandi fiumi.  Il fatto, poi,  che sia il regno di tanti animali che da noi non esistono,  come l’elefante, il leone, la giraffa, la zebra, il coccodrillo,… ce lo rende ancora più affascinante.

Purtroppo in alcuni Stati africani le persone non possono vivere tranquillamente e soffrono per le guerre, la siccità, la povertà e le malattie.

Molti di questi problemi sono causati dal modo in cui le popolazioni sono state trattate nel passato. Per circa trecento anni, gli uomini più giovani e forti sono stati portati via e resi schiavi, lasciando così l’Africa spopolata e in rovina. La sua storia, dopo, è fatta di continui domini e sfruttamenti delle sue risorse: oro, carbone, diamanti, petrolio e tanti altri minerali.

Oggi la gente africana, uomini e donne, cerca di trovare un proprio modello di sviluppo e la soluzione ai tanti problemi. Quando le difficoltà sono troppe, arrivano gli aiuti stranieri. La mostra “Diamo voce all’Africa”, alla quale abbiamo portato i nostri lavori, faceva vedere le opere realizzate da alcune organizzazioni maceratesi.

 

La carovana di Korogocho
 

 

 



Presso la galleria degli Antichi Forni si è tenuta una mostra, curata dall’Associazione SER.MI.GO, che cerca di sensibilizzare le persone ai temi della solidarietà fra i popoli e all’integrazione tra le diverse culture. La  mostra riguardava Korogocho, una baraccopoli di Nairobi che è la capitale di uno Stato africano, il Kenia .

Spesso le capitali, le grandi città attirano le persone più povere che sperano di trovarvi un lavoro, ma, senza la possibilità di pagare un affitto, finiscono per vivere in baracche senza alcun servizio igienico e senza elettricità. Alcuni missionari hanno scelto di vivere con questa gente per condividere lo stesso stato di disagio  e per cercare insieme di migliorare le condizioni di vita.

 

Noi siamo andati a vedere questa mostra. Appena entrati si sentivano in sottofondo delle canzoni africane e tutto riproduceva un po’ l’ambiente tipico di una baraccopoli. Siamo stati invitati a prendere un sasso bianco da portare con noi lungo tutto il percorso.

Siamo passati attraverso cumuli di spazzatura, lattine, bottiglie, panni stesi ad asciugare, vecchi e sporchi materassi, perché il villaggio di Korogocho  sorge proprio su una discarica e gli abitanti prendono da lì le cose che sono loro necessarie.

Lungo il percorso, appese alla parete, c’erano parecchie foto di bambini, spesso ripresi

mentre cercavano qualcosa tra gli ammassi di rifiuti.

Quello che colpiva era la felicità stampata sul loro viso; anche se si vedeva che erano molto poveri, che vivevano in mezzo alla sporcizia e alle mosche, che avevano da mangiare solo una piccola razione di fagioli e di mais.

Tutto questo ci ha fatto riflettere. I ricchi cercano di essere felici comprando anche quello che è superfluo e non si accontentano mai; i poveri non hanno neanche il necessario, ma sembrano sprigionare gioia e giocosità. L’avere troppo porta forse tristezza?

Dopo aver “vissuto” il cammino nella baraccopoli, dovevamo rinunciare simbolicamente a qualcosa del nostro mondo, scrivendolo sul sasso bianco. E c’è stato qualcuno, prima di noi, che ha lasciato lì pure un cellulare, un PC portatile, un orologio, una calcolatrice e persino dei soldi.

Attraverso un video abbiamo visto come, dopo sette anni di lavoro dei volontari, la situazione è migliorata: case, chiese, scuole, pozzi, all’inizio solo in progetto, sono diventati una realtà e così molte persone ora possono vivere una vita migliore.

Altri aspetti, sia in positivo sia in negativo di Korogocho e dell’Africa in generale, li abbiamo scoperti in un particolare  “Gioco dell’oca”.

Ma alcune cose di quello che stiamo scoprendo del mondo,  di paesi neanche troppo lontani da noi, ci dispiacciono tanto: tante disparità non devono esistere!


 

Siamo angeli o
diavoletti?

 

 



 


Il fatto

Nel giugno del 2006 viene girato  dai ragazzi della scuola “Albe Steiner” di Torino un video che mostra  un alunno disabile preso a calci e insultato dai compagni di classe. A novembre l’associazione Vivi Down  trova il video su Google e segnala il caso. I ragazzi si autodenunciano al preside dello Steiner e vengono sospesi dalla scuola per un anno.

 

LETTERE


Macerata 10 novembre 2006

 

Carissimo,

 per caso ho saputo della tua terribile disavventura qualche giorno fa ascoltando il telegiornale che in genere mi annoia e non seguo mai con tanto interesse. In questo caso, però, non ho potuto fare a meno di ascoltare la notizia e vedere il video in cui alcuni tuoi “amici” ti insultavano e ti picchiavano senza alcun motivo.

Sono rimasta scioccata da tanta cattiveria e anche da tanta vigliaccheria perché tu eri solo contro tanti.

Come stai? Spero che tu ti sia un po’ ripreso; io ti scrivo per farti capire che ti sono vicina e mi piacerebbe che tu mi rispondessi non appena te lo sentirai. Tu mi hai fatto tanta tenerezza; invece ho provato tanta pena verso i ragazzi che ti hanno picchiato e insultato perché sono stati tanto stupidi da non rendersi conto di quello che facevano.

Non ti voglio più rattristare con questi discorsi che ormai appartengono al passato. Auguri per il futuro.

Ti mando un abbraccio

                                            Jessica

 

Io so che in quel momento ti sentivi indifeso e senza amici, probabilmente pure adesso, ma non è così: tutta la scuola, tutta l’Italia  è con te, perché non si deve essere così cattivi.

Mi chiedo: a che serve? E’ solo stupidità.

Non ti preoccupare e non pensarci. Rimani sempre buono.

Un buon domani da

 

Sara

 

 

 

 

Caro amico,

mi dispiace che ti hanno picchiato. Capisco pure che hai un carattere docile e mite e hai fatto bene a non reagire. Loro non  dovevano maltrattarti e  fare quel disegno alla lavagna.

Sai, anch’io ho un fratellino down  che purtroppo sta più male di te e non vorrei mai che gli capitasse di soffrire così.

Il tuo amico

                                               Samir

 

 

Caro bambino,

ho sentito raccontare la tua triste vicenda, ho provato tanto dispiacere e mi sono arrabbiato con quei tuoi compagni di scuola che ti hanno infastidito. Loro hanno approfittato di te perché ti hanno visto debole, ma io penso che tu sei uguale agli altri e meriti di stare a scuola in modo tranquillo,  come ogni ragazzo.

Secondo me, i tuoi compagni di scuola devono essere puniti per il loro comportamento: invece di aiutarti, ti hanno picchiato e preso in giro.

Spero che non ti ricapiti più un fatto del genere e che tu possa continuare a fidarti del prossimo.

Un abbraccio

                                              Paolo

 

 


 

 

 

Cari ragazzi,

voi siete grandi, noi più piccoli, ma vogliamo darvi ugualmente un consiglio per aiutarvi: riflettete bene e tanto, non usate mai le mani e le parole per offendere.

Questo ragazzo, come si sente? Ve lo siete chiesto?

Voi avete fatto qualcosa di molto brutto che non si deve fare mai a nessuno

                                                                                    Valeria

 

Ciao, ragazzi,

vorrei farvi capire, come ha fatto la maestra con noi che ci ha riuniti per parlare di cosa va fatto e di cosa non va fatto nei confronti delle persone più deboli  che non possono reagire, che non bisogna maltrattarle, o picchiarle o minacciarle chiedendo dei soldi. Non dobbiamo assolutamente credere nella forza muscolare, pensare di essere forti perché si è capaci di picchiare; la vera forza è quella del cuore, è sapersi comportare bene tutti i giorni,  è aiutare chiunque si trovi in difficoltà o sia più debole di noi.

                                                                                      Maddalena

 

 

E quando ci capita di assistere a questi episodi di violenza, non comportiamoci come le tre famose scimmiette “Io non vedo, io non sento, io non parlo”.

 


 

 

LA PAGINA DEL VOLONTARIATO

 

AGESCI

I bulli non sono belli.

Un’esperienza forte con gli SCOUT.

 

Nel mondo ci sono molti ragazzi che, picchiano, rubano, fumano, si drogano e la spacciano, si ubriacano, fanno videoclip, mentre molestano professoresse e li mandano in INTERNET. Ma nel mondo ci sono gli SCOUT, un’associazione che aiuta, con piccoli gesti, gli altri. Fanno capire ai ragazzi le cose che si devono fare e quelle che non si devono fare attraverso i giochi. Essi fanno tutto il contrario di quello che fanno i bulli.

Ciascuno scout ha un preciso compito da svolgere e ogni volta che si porta a compimento, sale di livello. Tutto questo con lo scopo di migliorare le proprie potenzialità.

Negli SCOUT le esperienze forti non mancano mai. Ti fanno sentire come in una grande famiglia dove ognuno è rispettato e valorizzato. 

Alcuni bulli prendono in giro gli altri per come si vestono, gli SCOUT. vestono tutti in modo uguale e nessuno può essere preso in giro per il modo di vestirsi.

SOLIDARIETÀ

Il cuore dei volontari.

Molte persone sono in difficoltà, noi non facciamo niente, ma ci sono persone che si prendono cura degli altri.


 

AVIS, Croce Rossa, SER.MI.GO, e altre associazioni si occupano di volontariato. Ma voi, sapete cosa vuol dire volontari?

Se non lo sapete ve lo spieghiamo noi.

Sono persone che aiutano la gente in cambio di un sorriso. Migliaia di persone aiutano con il volontariato, ma sembra che con il tempo noi ci dimentichiamo di tutto ciò che fanno per gli altri. Donare sangue, fare i medici del sorriso, aiutare senza prendere qualcosa in cambio, come i soldi: una cosa magnifica per il bene del prossimo.

Quante volte ci arrabbiamo, c’insultiamo e ci mettiamo in difficoltà… o magari siamo indifferenti!

I volontari in ogni situazione mettono sempre buona volontà, sopportano, soccorrono, rallegrano… tutto ciò con un sorriso sulle labbra.

Tutti noi diciamo “VIVA la pace, ABBASSO la guerra ” e allora perché non ci mettiamo al lavoro per aiutarci, per fare un mondo migliore?

Dobbiamo fare come loro, pensare al nostro prossimo, soprattutto se in difficoltà e magari, da grandi, diventare anche noi volontari.





INTERVISTA AI VOLONTARI FRANCESCA E ALDO.

 


 

D - Che cosa significa A.V.I.S.?

R - Associazione volontari Italiani del sangue

D - Francesca, quando sei entrata a far parte dell’A.V.I.S.?

R - A diciotto anni

D -Come hai deciso di fare la volontaria ?

R - Sono stata ispirata da mio padre da un episodio: lui, come tutte le sere ascoltava la radio, ad un tratto annunciarono che un bambino all’ospedale di Ancona aveva bisogno di sangue allora si rivestì in piena notte parti all’ospedale per dare sangue.

Da quel giorno ha deciso che avrei fatto anch’io come papà: il volontario.

D - Prima di prelevare sangue si fanno analisi?

R – Certamente, sempre. Prima si prelevano due gocce per analizzarle. Se tutto va bene si preleva il sangue con un ago collegato ad una sacca che poi viene usata per chi ne ha bisogno.

D - Tu hai paura degli aghi?

R - Sì molta, ma io penso sempre alla merenda che ci daranno dopo -

D - Ogni quanto tempo si possono fare le donazioni?

R - Io che dono solo le piastrine posso farlo una volta al mese

D - In che consiste il volontariato?

R - Un volontario è una persona    buona e gentile sempre disponibile ad aiutare tutti senza essere ripagato con soldi, ma con grande felicità, sorrisi e grande solidarietà.

D - E per te Aldo cosa significa essere volontario?

R - Essere gentile, aiutare le persone e far essere felici la gente.

D - Francesca tu hai donato mai il midollo osseo?

R - No però ci ho provato.

D - Siete soddisfatti di donare il sangue?

R - Si siamo molto soddisfatti.

D - Perché? 

R - Perché, ci piace aiutare la gente con in cambio di un sorriso.

Adesso facciamo delle domande a Aldo

D - Cosa hai fatto Aldo recentemente?

R - Ultimamente sono stato in Africa.

D - Come sei andato e cosa avete fatto? Perché?

R - Volevo andare ad aiutare quei poveri bambini e portare delle cose a loro.

D - Che cosa hanno fatto?

R - Loro non hanno fatto niente, ma mi hanno accolto molto bene.

D - Ma dimmi Aldo, come comunicavate?

R - Facile questo, quando sono arrivato mi hanno insegnato la loro lingua, giocando.

 

 



IL GIORNO DELLA MEMORIA


 

 

Durante l’anno si dedica un giorno, il 27 gennaio,  al ricordo delle vittime del nazismo. Anche noi, ogni volta,  lo celebriamo vedendo un film e parlando della storia di quel periodo.

Quest’anno il Comune aveva fatto piantare, alla Terrazza dell’Onu dei Popoli, anche venti cespugli di rose bianche per ricordare la tristissima vicenda di venti bambini ebrei (2 francesi, 2 olandesi, 1 jugoslavo, 14 polacchi e 1 italiano). Purtroppo qualcuno, dopo qualche giorno, aveva sradicato le rose.

Quando il Comune ci ha invitati a ripetere la cerimonia nell’anniversario della loro uccisione, noi abbiamo accolto l’invito per testimoniare con la nostra presenza che è importante il ricordo, perché dobbiamo stare attenti che questi brutti avvenimenti non si ripetano, ma anche per condannare il gesto di disprezzo che è stato fatto.

Noi eravamo gli unici alunni di scuola primaria, però c’ erano diverse classi di scuola superiore. All’inizio ha parlato il vicesindaco e ci ha raccontato la storia di questi poveri bambini.  Essi furono portati via dalle famiglie e dai loro paesi d’origine per essere chiusi nei campi di concentramento, prima in Polonia poi in Germania. Durante la loro prigioni il malvagio dottor Heissmeyer li sottopose a crudeli esperimenti, come iniettargli i bacilli della tubercolosi per farli ammalare e poi  studiarne le difese immunitarie. Per convincerli a seguire il medico, gli

 

 

 

 

dicevano pure  che avrebbero  incontrato  la  loro mamma, ma era un inganno.

Infine il 20 aprile del 1945 vennero uccisi perché nessuno sapesse quello gli era stato fatto.

Nel sentire questi racconti ci siamo accorti  che un ragazzo, seduto sul muretto, piangeva e questo ha accresciuto la nostra commozione.

Alla fine hanno chiesto a noi, che eravamo i più piccoli, di andare a sistemare le rose.

Quando  abbiamo riparlato a scuola di questi fatti, abbiamo commentato: “Siamo fortunati a non vivere in quel periodo” , “Anche se so che il passato non si può far tornare, io se ci fossi stata avrei fatto tutto per aiutarli”, “Io dico che chi si comporta in maniera tanto malvagia nei confronti di altri, dovrebbe prima pensare come reagirebbe se toccasse a lui”,  “I. nazisti non apprezzavano le genti diverse, invece per me la diversità  è una cosa bella”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




STORIE DI VITA BAMBINA

 

IN OSPEDALE CON IL SORRISO

 

 


 


Voglio raccontare  la mia esperienza all’ospedale pediatrico di Ancona per dimostrare, ai bambini che dovessero farla, che è possibile viverla con serenità e magari con un sorriso.

Ho dovuto trascorrere un lungo periodo in ospedale e devo dire che non è stato terribile come lo immaginavo. In ospedale, io mi sono anche divertita, ho conosciuto tanti bambini e ho fatto nuove amicizie. Ricordo ancora un bambino. Lui era molto malato e la malattia aveva cambiato il suo carattere, rendendolo irritabile e scontroso. Non era facile stargli vicino, ma con un po’ di pazienza è diventato più gentile, e mio amico. Ne ho conosciuti altri, ma lui per me è speciale, perché e riuscito a superare i suoi problemi.

Per farci dimenticare le nostre sofferenze, ci sono ogni giorno mille attività. La mattina vengono delle maestre che ci aiutano a rimanere alla pari dei nostri compagni che frequentano la scuola. Facciamo esercizi, leggiamo fotocopie, completiamo quello che manca, scriviamo testi, disegniamo e usiamo il computer!

Ogni giovedì pomeriggio, in ogni stanza viene un clown, soprattutto la dottoressa Pippi, la più divertente di tutti. Lei fa parte del progetto

 

 

“La medicina del sorriso”, per dimostrare che sorridere è la medicina migliore per tutti, particolarmente per noi bambini. Se qualche bambino ricoverato compie gli anni, si organizza una bella festa e questa è anche l’occasione per fare nuove amicizie.

C’è anche una sala giochi con tanti giocattoli, puzzle, giochi da tavolo e, il giovedì, anche la play station! Il martedì c’è la pet-therapy, la terapia con gli animali. Ci vengono portati tre animaletti tenerissimi: Potacchio, il coniglietto, Fulmine, il gattino, e Lilli, la cagnolina.

Per i ragazzi più grandi ci sono  delle video conferenze su vari argomenti, anche sull’energia alla quale io ho partecipato. Una volta è venuta una troupe televisiva locale che ci ha ripresi e intervistati!

A Natale, ogni anno, vengono i calciatori della squadra di Ancona a distribuire regali per tutti, insieme ad una ragazza, mascherata da befana che regala calze piene di dolci ad ogni bambino.

Insomma, se la prendi in modo giusto, l’esperienza ospedaliera può diventare un’occasione per conoscere tante persone  e altrettante storie e apprezzare  di più le piccole cose della vita.

 


IN FUGA

 


Questa mia storia è vera e voglio condividerla con voi. Ancora oggi rivivo lo spavento di quei brutti giorni.

Molti di noi Macedoni, durante la guerra, ci eravamo rifugiati in una specie di grandissima grotta, portandoci dietro qualcosa da mangiare. Ci stavamo strettissimi, perché eravamo circa un milione, o almeno così tante mi sono sembrate le persone con le quali mi sono trovata a vivere per un po’ di tempo. Io  avevo paura.

Una sera  tutti hanno  deciso di fuggire e di tentare di raggiungere il Kosovo. Mia madre ha preso qualche vestito e dei biscotti, e ci siamo avviati a piedi. Le mie sorelle, tutte più piccole di me, sono salite sul cavallo di mio nonno. Durante la notte abbiamo attraversato un bosco ed io per la stanchezza mi sono addormentata su un sasso e mi sono persa.

Fortuna che mia zia mi ha ritrovata!

Dopo questo lungo viaggio siamo arrivati in Kosovo.

Qui un’anziana donna ci ha ospitato in una sua casa. Dopo tre settimane ci ha detto di andare in un altro posto, ma intanto io avevo fatto amicizia con delle bambine ed ero contenta di stare lì, anche perché mi piaceva andare a spasso con mia zia.

Quando l’anziana ha detto “Qui non potete restare”, noi abbiamo chiesto il perché e lei ci ha risposto che le davamo fastidio. Di questo problema  abbiamo parlato con mio padre che, allora, ha deciso di mandarci  da certi suoi amici.

Ma io ero spaventata, dicevo nella mia mente “Resteremo in strada”, e piangevo, piangevo. Mamma cercava di rassicurarmi: “Stai tranquilla, ci ospiteranno”. Così fortunatamente è stato.

Dopo tre mesi, siamo ritornate al nostro paese ed abbiamo trovato le case completamente distrutte.

Per questo ora sto in Italia.

 

 


MI MANCA LA MIA COMUNITA

 


Io mi chiamo Roberto. Sono arrivato qui, a Macerata, da pochi mesi. Ho sempre vissuto a Fano  insieme alla mia grande famiglia rom composta dai miei sei fratelli, mia madre e tutti gli altri parenti.

Con la mia famiglia ho girato molto; sono stato a Siviglia, a Madrid e in Croazia.

In famiglia parliamo una lingua diversa dall’italiano, è una lingua tutta nostra che assomiglia al greco.

Quando stavo a Fano, andavo a scuola, ma non tutti i giorni perché a volte preferivo stare a casa  e giocare con i miei cugini.

Di quel mondo adesso mi mancano  soprattutto la gioia di tutti i giorni e la serenità  delle persone; è per questo che le ho sempre nel mio cuore.

Una delle feste più belle che ricordo è sicuramente “Girevdan” che si svolge tutti gli anni il 5 maggio. Anche quest’anno l’ho festeggiata con la mia famiglia.

Al mattino, ci siamo alzati presto per andare a tagliare la pecora. I pezzi di carne li abbiamo puliti bene e poi li abbiamo infilati in uno spiedo, che avevamo preparato all’aperto, e li abbiamo cotti al fuoco.

Quando la carne  era pronta da mangiare, l’abbiamo portata in casa e abbiamo cominciato il pranzo.

Eravamo tutti insieme, grandi e bambini, parenti e amici. Il clima era molto festoso: mangiavamo tutti allegramente, scherzavamo e ascoltavamo la musica.

Il banchetto è durato quattro o cinque ore.


LA PAGINA DEL CINEMA

                               L’era glaciale


 

 

 


Se vi interessa sapere se sia possibile la nascita di una forte amicizia tra esseri tanto diversi, allora vi consigliamo di vedere il bellissimo e commovente cartone animato della Dreams Works, intitolato “L’era glaciale”.

A noi è piaciuto molto, non solo per i momenti divertenti, avventurosi e toccanti che ci ha regalato, ma soprattutto perché ci ha aiutato a riflettere: la “diversità” non è un ostacolo quando ci si incontra e si fa un cammino insieme.

I protagonisti di questa storia sono animali preistorici: il mammuth Manfred, il bradipo Sid e la tigre dai denti a sciabola di nome Diego.

Questi personaggi appartengono a mondi diversi; all’inizio neanche si conoscono, ma per una serie di avvenimenti conseguenti alla migrazione, entrano in contatto e… in conflitto.

Il bradipo è un tipo buffo, maldestro e un po’ “appiccicoso” e per questo nessuno vuole stargli vicino; il mammuth è un solitario, burbero e

 

triste, che ha assistito, quando era piccolo all’uccisione di tutta la sua famiglia ad opera degli uomini. Per questo, contrariamente a Sid, non vuole occuparsi di un bambino che la madre morente affida loro. Infine c’è la tigre che deve eseguire gli ordini del suo branco: rapire il piccolo e portarlo al capo branco.

Durante il lungo e avventuroso viaggio, che fanno insieme, per riportare il bambino alla sua comunità, ognuno avrà modo di apprezzare e provare rispetto per l’altro. Addirittura, per la forte amicizia che si viene a creare tra loro, la tigre sarà pronta a sfidare quelli della sua stessa specie. Manfred capirà che il cucciolo d’uomo non è colpevole di quanto hanno fatto altri uomini alla sua famiglia e farà di tutto per portare in salvo il bambino. Sid scopre che finalmente ha qualcuno che gli vuole bene. Ognuno, insomma, si ritroverà migliore.

Questo spiega che le persone diverse fra loro non sono altro che persone da conoscere.


 

L'acropoli di Atene

L'Alhambra vista dai giardini del Generalife (arabo jannat al-ˁarīf, "giardino del sovrintendente"). Sullo sfondo il quartiere dell'Albaycín

I templi di Angkor

LE SETTE MERAVIGLIE
DEL MONDO MODERNO

 

 

 

 

 

 

 

 

Non distruggere il mondo e le sue bellezze naturali comporta anche la salvaguardia di ciò che l’uomo stesso ha costruito di bello. Infatti non sempre l’attività dell’uomo è stata causa di distruzione, ma, al contrario, nella maggior parte dei casi, ha lavorato per costruire un mondo migliore.

Ne sono la dimostrazione tute le grandi opere che sono sparse nei vari luoghi del mondo.

La presenza di opere magnifiche era evidente anche nel passato. Infatti nel periodo ellenistico  erano famose le cosidette sette  meraviglie  dell  antichità .erano  il  sontuario di  olimpia  ci oè  il tempio di  zeus, il tempio di Efeso dedicato ad Artemide costruito in fondo  ad uno palude, le piramidi di Cheope, Cheofen  e  Micerino le più grandi costruzioni  di pietra, il  Mausoleo di Alicarnasso, la gigantesca  tomba di Mausolo, Colosso di Rodi,una statua di bronzo che si trova all ingresso del porto di Rodi , i giardini   pensili  di  babilonia  che sorgevano su alte  terrazze e il  faro di Alessandria.

 

Poiché di queste meraviglie  non resta più  nulla , lo svizzero  Bernard Weber, lancia duante le Olimpiadi di Sydney 2000,  un  referendum mondiale  via internet per  determinare  le  Sette meraviglie del  mondo  moderno.

All’inizio viene presentata una lista di 17 opere candidate che però, in seguito a notevoli pressioni di tutti i paesi del mondo, aumenta fino a superare 150 monumenti. Ma il 1° gennaio 2006 sette giudici internazionali, tra cui il presidente dell’Unesco, rendono note  le 21 opere finaliste ( che abbiamo inserito  qui a fianco).

La scelta  ufficiale delle Sette Meraviglie avverrà a Lisbona, il 7 luglio 2007 in diretta televisiva mondiale e fino a quella data chiunque, da qualsiasi parte del mondo, potrà votare l’opera che preferisce.

Il sito ufficiale dell’iniziativa è:  www.new7wonders.com

 

 

Acropoli di Atene (Grecia – V sec. a.C.)

Alhambra

(Spagna – XII  s. d.C.)

Angkor Wat

(Cambogia – XII s.d.C.)

Turisti che scalano El Castillo

Il Cristo Redentore

Il Colosseo, visuale dalla via dei Fori Imperiali

Chichén Itzà (Messico – VII sec. d.C.)

Cristo Redentore (Brasile – 1931)

Colosseo (Italia -  I sec. d.C.)

Rano Raraku Moai

La Torre Eiffel all'alba.

Grande muraglia cinese

Isola di Pasqua (Cile – X-XVI sec.  d.C.)

Torre Eiffel

(Francia – 1887/1889)

Grande muraglia cinese (Cina – III sec. d.C.)

La basilica di Santa Sofia

Cattedrale di San Basilio e la Torre Spasskaya del Cremlino sulla Piazza Rossa a Mosca.

Hagia Sophia (Turchia – 532/537 ca.)

Tempio di Kiyomizudera (Giappone  VIII s. d.C)

Cremlino e Piazza Rossa (Russia – 1156/1850)

Machu Picchu, la città perduta degli Inca

Il Castello Neuschwanstein

Petra

Machu Picchu (Perù – V sec. d.C.)

Castello Neuschwanstein (Germania – XIX sec.)

Petra

(Giordania – I sec. d.C.)

le Piramidi di Giza

Lady Liberty

Stonehenge

Piramidi di Giza (Egitto

– III millennio a.C.)

Statua della Libertà

(Stati Uniti – 1886)

Stonehenge (Regno Unito – III-II mill. a.C.)

Taj Mahal

Timbuktu

Teatro dell’Opera di Sydney (Australia –

Taj Mahal

(India – 1654)

Timbuktu

(Mali – XII sec. d.C.)

LA PAGINA DELLA MODA

 

 

Il modo di vestire cambia  secondo la cultura, il clima, il Paese in cui

si vive.

Ognuno si veste come più si sente a suo agio.

Qualcuno, però, guarda con occhio critico il modo di vestire degli altri,

ma sbaglia perché è bello vedere in giro persone che indossano abiti

diversi dai nostri.  L’anno scorso c’era tra le nostre compagne una

bambina musulmana che portava il velo e a noi piaceva così.

Pensiamo che la moda, come la cultura, venendo a contatto con altre

possa arricchirsi.  Così vi lanciamo un’idea che potete utilizzare come

gioco. Le nostre nonne dicono che quando erano piccole si divertivano

a ritagliare vestiti di carta per bambole di carta.

E allora perché non farlo anche noi, magari mescolando stili diversi?

Vi mostriamo il modellino di una bambola di carta,che potete disegnare

anche voi, e degli esempi di abiti che alcune nostre  compagne hanno

preparato. Non sono carini?

 

 

 

 

 

 

 

 



 

LA PAGINA DEL DIVERTIMENTO
Incroci rivelatori
 

 

 

 


     

 

 

 

 

 

 

 

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DEFINIZIONI

 

1.      C’è quello delle acque, del suolo e dell’aria     6. Sono necessari per rendere l’acqua potabile

2.      Servono per distruggere le erbe nocive                 7. Associazione che protegge l’ambiente

3.      E’ lo strato più superficiale della Terra      8. Insieme delle condizioni atmosferiche

4.      Lo è quella eolica                                                 9. Si sta verificando quello dei ghiacci

5.      Formano le Alpi                                                 10. E’ uno dei grandi problemi ambientali

                                                                                 11. Non sono né vegetali né minerali

SOLUZIONE: ……………………………………

CRUCIPUZZLE ECOLOGICO
 

 

 


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ARIA

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CALDO

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CAOS

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CAUSA

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CLIMA

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CLONAZIONE

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CORAGGIO

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CROCI

LUNA

STOP

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CIELO

MARE

TIR

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SOLUZIONE: ……………………………………………………………………………………………………

 

 

Chiave verticale 

 

 

 

 


E’ il rapporto di interdipendenza che esiste tra una comunità: ………………………... 

 

 

1) Lo inquinano le petroliere.                                             

2) Ė una pianta che si trova nel deserto.                              

3) Si formano in cielo con il vapore.                                  

4) Sono presenti nell’aria.                                                  

5) Si trova in mezzo al mare.

6) Ė una energia alternativa.

7) Ė un animale che vive nella savana.

8) C’è quella di tipo solare, nucleare, muscolare, ecc…

 9) Sono spesso soggette a frane.

10) Serve per respirare.

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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ALLA RICERCA 
DELLE PAROLE
 

 

 

 

 

 

 

 

 


Cerchia le lettere che formano i nomi delle fonti di energia rinnovabile e non rinnovabile. Poi riscrivi i nomi nella colonna giusta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CRUCIVERBA
 

 

 

 

 

 


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Orizzontali                                                                                                     

1. L’azione del disboscamento

7. Le iniziali di Esopo

8. Associazione Ambientale

9. Ne fanno parte i cromosomi

11. Albero dalle foglie aghiformi

13. C’è quello della verità

15. La lasciano le lumache

18. “Da”+“il” formano…

19. E’ il nome della Santa di Cascia

21. La preposizione articolata

22. Lo sono gli animali in via di estinzione

23. In inglese lo si mette sopra il giorno e le date.

24. Una cosa amara

28. Le iniziali di “ELEONORA”

30. Specie di pongo un po’ più duro

31. La sigla di un’associazione ambientalista

32. Rosa gialla molto chiara

 

 

Verticali

1. Iniziali di tavolo

2. Arbusto dai fiori gialli e protetto

3. Articolo determinativo maschile singolare

4. Governa un regno

5. L’azione di togliere per sempre

6. Il  contrario di sempre

8. La si fa del  sangue

10. Un oggetto molto antico

12. Uno dei 7 peccati capitali

13. Il suo effetto è dannoso

14. La prima e la penultima lettera di olio

17. Ad ed id od ud scegli quella che vuoi tu

20. Le finali di zia.

26. Stop!!!

27. Preposizione semplice che inizia per “D”

29. In mamma ce ne sono 2.

 

 


GLI ALUNNI DELLE CLASSI QUINTE

 

 

Bajocco Sara

Belhoula Walid

Berdini Virginia

Braimi Roberto

Brizi Jessica

Cantarini Manuela

Celik Nursin

Chen Francesco

Cicarè Eleonora

Cipa Kristela

Daoud Samir

Esposto Avinash

Gironella Pier Paolo

Girotti Caterina

Grassetti Paolo

Grassi Riccardo

Guaitini Jennifer

Idrizi Ismaili Egzona

Mengoni Giada

Monachesi Valeria

Moretti Maddalena

Sperandio Matteo

Sumanaru Nicoleta

Tartuferi Michele

Todeselli Lorenzo

Velija Vebie

Vitali Ilenia

 

A cura dell’ insegnante Francesconi Francesca con la collaborazione delle insegnanti

Massei Daniela   e  Mozzicafreddo Annalisa