UNA VOCE DALLA PACE
Anno 2006-2007
Sommario
Parlando
d’ambiente pag. 2
Ecologia
in poesia
Il
giorno della pulizia 3
Recupero
è fantasia 4
Impastare
è bello 5
Racconti 6
Parlando
di guerra 9
Africa 10
Siamo
angeli o
diavoletti?
(lettere) 12
La
pagina del
volontariato 14
Il
giorno della memoria 16
Storie
di vita bambina 17
La
pagina del cinema 20
Le
sette meraviglie del
mondo 21
La
pagina di moda 22
La
pagina del divertimento 23
La Marcia della Pace
4 ottobre 2006
Ciao
a tutti.
Vi
ricordate di noi? Siamo gli alunni delle classi VA e VB del Quartiere Pace.
L’anno
scorso abbiamo scritto un volumetto dal titolo “Non c’è uno senza due, non c’è
identità senza differenza”. Quest’anno ci ripresentiamo con questo giornalino. Realizzarlo ci ha
fatto sentire come dei giornalisti. L’abbiamo creato discutendo di molti argomenti, raccontando
nostre esperienze, cercando informazioni dai libri e dai giornali, partecipando
a varie iniziative.
Ci
siamo accorti che nel mondo ci sono cose brutte, contro l’ambiente e contro
l’umanità, che ci fanno vergognare, ma anche cose belle di cui essere
orgogliosi. Vogliamo raccontare tutto ciò che sappiamo per passare informazioni
e riflettere, ma dedicheremo qualche
pagina anche alle curiosità e al
divertimento.
Non
sarà un giornale famoso, però vale come gli altri perché a quello che diciamo
ci crediamo veramente.
MCCCXXIII
In
segno di pace
tra
guelfi e ghibellini
della marca
qui
il vescovo Federico
edificò
la prima chiesa
dedicata a S. Maria della
Pace
Ci
sembra significativo, ritrovandoci all’ appuntamento del progetto “La mia
scuola per la Pace”, farvi conoscere
questa lapide che troviamo nel nostro quartiere, chiamato
“Quartiere Pace”.
E
sapete perché ha questo nome?
Bisogna
risalire a molto tempo fa, al Medioevo, quando nella Marca, tra la fine del
secolo XI e l’inizio del XII, sorgono i liberi Comuni. Macerata lo diventa nel
1138. Ma fin dall’inizio i Comuni sono spesso in lotta fra loro per ingrandire i
propri confini e approfittano del
contrasto tra il Papato e l’Impero per ottenere dall’uno e dall’altro il
riconoscimento delle conquiste fatte. I seguaci del Papa vengono detti Guelfi; quelli dell’imperatore Ghibellini.
Nel
1320 Macerata ottiene la Diocesi, cioè diventa la sede del Vescovo, togliendola
a Recanati proprio perché i ghibellini recanatesi avevano cacciato dalla città
i guelfi.
Il
primo Vescovo, Federico, un recanatese, sperando in una pace fra le due città,
fonda, sull’incrocio delle strade che mettevano in comunicazione Macerata e Recanati,
una chiesa che dedica appunto alla Madonna della Pace.
Ora
la chiesetta non c’è più, ma la targa testimonia che la ricerca della pace è un
obiettivo sempre presente e noi speriamo che nel mondo si arrivi alla pace
definitiva.
PARLANDO D’AMBIENTE
Noi bambini vorremmo vivere
in un mondo sano e pulito. Ma che cosa stanno combinando i grandi?
Abbiamo sentito in
televisione, letto sui giornali e parlato a scuola che la terra e la natura
sono in pericolo, che ci sono molti problemi, non cose semplici, ma gravi:
inquinamento, eccessivo riscaldamento della terra, scioglimento dei ghiacciai,
innalzamento del livello delle acque, desertificazione, ….
Americani, Cinesi e tutti
gli altri: dobbiamo smettere di inquinare l’aria, perché, per colpa delle
vostre fabbriche, il nostro mondo, i nostri Paesi, le nostre città si stanno
rovinando. Anche gli animali emigrano e se solo potessero parlare, avrebbero
molto da dire e protesterebbero anche loro.
Stiamo proprio in un bel
guaio, possibile che non lo capite ? E’ proprio ora di cambiare comportamento!
Noi uomini sprechiamo
troppo: troppa energia elettrica quando lasciamo accesa la luce senza
necessità, troppa acqua quando lasciamo aperti i rubinetti mentre ci facciamo
la doccia , troppa macchine in giro, troppi scarti alimentari, troppi consumi,
troppe foreste abbattute
troppo….troppo….troppo
Tutti quelli che sprecano
devono pensare a noi e al nostro futuro.. Che mondo ci lascerete? Come potremo
ammirare, ad esempio, la bellezza dei paesaggi naturali, se voi li avete
distrutti?
Come potremo utilizzare le
risorse della Terra se voi le avete consumate tutte?
Abbiamo seguito le notizie
che arrivavano in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua. E’ molto
crudele sapere che più di un miliardo e mezzo di persone, tra cui tantissimi
bambini, in molte parti del mondo, muoiono di fame e di sete per via della
scarsità d’acqua e dell’acqua sporca che sono costretti a bere, mentre in altre
parti essa si consuma senza nessun
risparmio.
Secondo gli studiosi, le
soluzioni ci sarebbero, prima di tutto cominciando a cambiare i nostri
comportamenti. E allora diamoci da fare!
Lo spreco dell’acqua e la
rovina dell’ambiente sono cose spaventose perché la natura è la vita e l’acqua
è il tesoro che la permette.
E noi bambini, che cosa
possiamo fare?
Ecologia attraverso la poesia
Anche
se il cielo è pur sempre celeste,
anche
se ci sono ancora le feste,
siamo sicuri che non siamo andati a
rovinare
il nostro bel mondo, la terra e il mare?
Qui si parla di grave inquinamento,
è urgente cambiare atteggiamento!
Usare la bici è più divertente
e non si inquina per niente,
facendo la doccia e non il bagno
di certo avrai un gran guadagno,
e se, nel lavarti i denti, chiudi il rubinetto
sei un bambino “ecologico” perfetto.
Risparmiare acqua non solo è conveniente,
con pochi gesti puoi salvare tanta gente.
Fare la raccolta
differenziata,
non è poi una gran
faticata!
Produrre la minor quantità
di rifiuto possibile,
non è una cosa
impossibile.
Indossare abiti che non
stanno più ai fratelli maggiori
ci rendono persone migliori.
Risparmiare è un dovere di
tutti
perché gli sprechi sono
proprio brutti!
Il
giorno della pulizia
Convinti
che anche noi bambini possiamo essere d’esempio ai grandi e a chi fa poca
attenzione a mantenere pulita la città, abbiamo deciso di aderire
all’iniziativa “Puliamo il mondo” e il giorno 22 settembre ci siamo trasformati
in operatori ecologici del paese di Morrovalle. Ci hanno ricevuto l’assessore
all’Ambiente e i rappresentanti di Legambiente, che ci hanno rifornito di
guanti, cappelli, sacchetti.
Ci
siamo divisi in gruppi, ognuno con un compito preciso. C’era chi raccoglieva le
cartacce, chi il vetro, chi la plastica, chi le lattine.
Pulire
una città è anche un’esperienza divertente.
Era
giorno di mercato e la gente ci guardava incuriosita chiedendoci che cosa
stavamo facendo e noi, orgogliosi, rispondevamo che eravamo lì per raccogliere
i rifiuti che i cittadini lasciano a terra.
Abbiamo
parlato di ecologia con i proprietari delle bancarelle e li abbiamo invitati a
mettere carte e cartoni nei nostri sacchetti.
Girando
per le strade e per i giardinetti, di spazzatura ne abbiamo raccolta tanta.
Ma chissà se hanno fatto apposta a lasciarla?
Al tempo d’oggi noi bambini pensiamo che la fantasia e la creatività, senza un gioco elettronico, non servano a niente. E così facciamo spendere soldi ai genitori e rischiamo anche di farci del male, come quando cerchiamo di imitare le imprese dei personaggi dei videogiochi di guerra.
Ma davvero non esiste altro modo per divertirsi?
Beh, noi abbiamo scoperto quanta
fantasia nascondiamo, provando a giocare alla stessa maniera dei nonni e dei bambini che non hanno soldi da
sprecare in giocattoli.
A scuola abbiamo recuperato materiale
“povero” e di scarto: riviste, bottoni, scatole di cartone, bottiglie di
plastica, ritagli di stoffa, ecc. Poi abbiamo messo in movimento e sviluppato
le idee per creare qualcosa di
carino.
Chi poteva sapere che da bottiglie di
plastica si possono ricavare fiori o arredamenti per la casa, che piegando in
diversi modi le pagine di vecchie riviste
vengono fuori soprammobili quasi artistici, o che vecchie scatole
rovesciate si prestano benissimo a diventare case?
E che c’è di meglio di una mostra per
mostrare che
tutto quello che noi chiamiamo “spazzatura, è una cosa bellissima? Se, poi,
tutto questo può servire anche per sostenere un progetto di scuola in Africa, è
ancora meglio!
Un consiglio: prima di buttare cose vecchie, pensate a
quale altro uso destinarle. Noi ci abbiamo provato e ci siamo divertiti.
Liberando la fantasia gli oggetti si sono trasformati.
In più siamo stati orgogliosi di
avere fatto un’opera buona.
Altroché tasti di computer, playstation, gameboy!
“Che bello impastare!” abbiamo gridato tutti noi quando ci hanno fatto sapere che eravamo stati scelti per il progetto “Gioca con la terra”.
E’ stata proprio una bella esperienza, ma la cosa più interessante è che studi, riproduci la storia e allo stesso tempo giochi a fare il muratore.
Questo progetto è stato fatto per darci la possibilità di sapere qualcosa di più del nostro territorio.
Infatti, in un rione di Macerata, chiamato “Ficana”, ancora esistono case fatte di terra. Rovinate dalle piogge e dal vento, ormai ne sono rimaste poche a ricordo del nostro passato.
Il ragazzo che ci ha fatto andare indietro nel tempo si chiama Federico che, inizialmente, ci ha raccontato e illustrato al computer la storia di queste case. Poi siamo andati sul posto a vederle.
In una stanza vicina alla palestra, è stato organizzato il laboratorio antropologico-creativo dove ci siamo cimentati ad impastare con acqua l’argilla e la sabbia, e a tagliuzzare la “spinosa” paglia per fare i mattoni.
A più riprese abbiamo fabbricato i mattoncini aspettando, poi, che si asciugassero.
Finalmente abbiamo incominciato a costruire mini-muretti, poi le porte, le finestre e il tetto.
Alla fine abbiamo ammirato le case di terra in miniatura, quasi simili a quelle reali.
Per imparare, fatica e tanto divertimento; non è una cosa fantastica?
Un
grido accorato delle giraffe
Cari umani, siete proprio messi
male! Ma pure noi giraffe non ce la passiamo bene: stiamo per scomparire!
Si potrebbe tentare di tornare indietro nel tempo, ma la pubblica legge lo vieta.
Perciò abbiamo creato un’associazione “Giraffe per il mondo”, con lo scopo di aiutarvi via chat, perché il futuro è vostro, è nostro, ed è VITA!!
Avete scoperto come utilizzare l’energia solare, quella eolica, quella geotermica, quella delle biomasse? E allora, datevi da fare, sfruttate queste energie alternative, e soprattutto
r
i s p a r m i a t e !!!
Vi consigliamo di usare di meno
l’automobile privata e di più i mezzi pubblici, così in un’unica auto vanno
tante persone. E se avete caldo, non comprate i condizionatori, che consumano e
riscaldano ancora di più l’atmosfera, fate come noi che ci ripariamo sotto
l’ombra degli alberi…. Beh, forse, non ne avete uno in casa, ma sicuramente si
può pensare a qualche soluzione economica e naturale. Magari vi potete far
consigliare dalle nostre genti africane, che in fatto di caldo sono degli
esperti!
Un inverno particolare
E’ Gennaio, dovrebbe essere
inverno, ma, visto che ogni giorno c’è sempre il sole, sembra di essere in
primavera. Andando in giro ho visto dei fiori che dovrebbero sbocciare verso
aprile. Ogni giorno il telegiornale mostra le immagini di animali che
dovrebbero essere in letargo e, invece,
per il troppo caldo, sono più svegli che mai.
Ci hanno detto che la causa
principale di questo tempo così
strano è l’inquinamento dell’atmosfera, che produce l’effetto “serra” facendo
aumentare la temperatura del nostro pianeta. Ecco perché le stagioni sono
cambiate.
Ad esempio, alcuni anni fa, a
gennaio, c’era spesso la neve e noi bambini ci divertivamo a fare pupazzi e
palle di neve. Oggi, invece, dato che fa caldo, capita che i ragazzi
costruiscano castelli di sabbia al mare!!
Non c’è niente da
ridere!
In una grande savana vivevano moltissimi animali. I carnivori
occupavano la parte settentrionale, mentre gli erbivori quella meridionale.
Ogni tanto i carnivori facevano una scappatella al sud per rifornirsi di cibo,
ma poi ritornavano al loro territorio.
Gli erbivori, tutto sommato, stavano bene: molti potevano contare sulla loro
velocità per sfuggire al nemico, e c’era tanta erba da mangiare.
Ma poi successe una cosa che stravolse la vita della savana.
Per ben due anni le piogge, sempre tanto attese, non si fecero vedere per
niente. Le erbe seccarono tutte e gli erbivori, rimasti senza cibo, cadevano
uno dopo l’altro.
I carnivori, che non si rendevano conto del problema, erano
felici della situazione e ridacchiavano: “Moriranno tutti e noi avremo carne
senza alcuna fatica! Ah, ah!”
Ma il capobranco, il più saggio di tutti, disse che la morte
degli erbivori, avrebbe causato ben presto la mancanza di cibo per loro, e che,
quindi, non dovevano ridere tanto. Di fronte a quella verità, diventarono
immediatamente seri e preoccupati: loro non potevano fare niente riguardo al
cambiamento climatico!
Un carnivoro, però, fece una proposta: “Purtroppo è così! Se
invocassimo il re divino? Lui ci potrà
aiutare sicuramente”.
Tutti dissero che era un’ottima idea. Si misero in cerchio e
cominciarono a fare la danza propiziatoria intorno al fuoco.
Alla fine il dio fece sentire la sua voce: “Rinunciate per
una settimana al mese agli erbivori, e io farò del mio meglio per far tornare
le piogge”.
Gli animali, anche se a malincuore, accettarono. Dopo cinque
giorni, l’acqua cadde e il clima tornò quello di prima, e anche piante,
erbivori e carnivori ripresero la loro vita di sempre.
La
scomparsa dell’inverno
Lo scoiattolo Cip e
“Mamma, perché l’inverno non arriva?”
“Non lo so, Cip, forse perché è
andato in qualche altra parte del mondo”.
“Ma io sono stanco, vorrei andare in
letargo!”
Quasi tutti gli abitanti del bosco
sono preoccupati e decidono di discuterne insieme all’ombra della grande quercia.
L’orso prende per primo la parola:
”Io credo che le stagioni abbiano litigato fra loro”.
Il serpente ribatte: ”Non credo
proprio, sono sempre andate d’accordo”.
Le formiche si lamentano in coro: ”Se
il sole resterà per sempre qui, noi moriremo di caldo!”.
Mamma Ciop allora dice: ”Chiediamolo
alla Primavera, forse lei sa perché l’inverno quest’anno non si è fatto
vedere”. Così si mettono tutti in cammino
per la strada che porta al palazzo della giovane Primavera.
Quando vedono una luce luminosa,
capiscono di essere arrivati.
La Primavera spiega: “No, tra noi, non c’è stato alcun litigio. Da sempre una stagione, quando ha finito il suo compito, accoglie l’altra e rimane un po’ con lei in attesa che si ambienti; poi se ne ritorna al suo Palazzo per riposarsi ed essere in forma l’anno successivo. Però, un giorno l’Inverno è venuto a bussare con molto anticipo alla mia porta. Non era ancora ora che io mi svegliassi e l’ho ascoltato un po’ insonnolita.
Ma il vecchio era tanto addolorato
che mi sono fatta subito attenta.
Lui mi ha detto: “Sono arrabbiato con
gli uomini che inquinano l’ambiente e l’aria. Finché non capiranno il male che
fanno, io non apparirò più. Perciò, ti prego di sostituirmi”.
Questo è quello che riferisco a voi”.
Il drago Ambi-purr
C’era
una volta un drago di nome Ambi-purr. Come voi tutti sapete, i draghi sputano
fuoco, ma questo era un po’ speciale: dalle sue narici usciva un gas di colore
quasi scarlatto che, pur riscaldando l’ambiente, non inquinava in alcun modo.
Abitava
nel cratere di un altissimo vulcano, proprio sopra la città, ed era al corrente
di tutto quello che accadeva nella grande metropoli. Anche se era rimasto solo,
non si annoiava. Passava ore ed ore ad osservare la vita degli abitanti e si
divertiva tantissimo.
Purtroppo
da molto tempo, un velo grigiastro sopra la città, divenuto sempre più spesso,
gli oscurava la vista, finché non riuscì a distinguere neppure un grattacielo.
Preoccupatissimo decise che era venuto il momento di scendere tra gli umani e
di fare un accordo con loro.
La
sua apparizione gettò il terrore tra gli abitanti, ma Ambi-purr riuscì a
tranquillizzarli: “ Non temete, non voglio farvi del male, anzi sono qui per
aiutarvi. Vi darò tutta l’energia di cui avete bisogno, in modo che
smettiate di emettere nell’atmosfera gas
nocivi e inquinanti. Se accettate, io me ne ritornerò in cima alla montagna e
mi basterà guardarvi da lassù”.
Superata
la paura, e con qualche incertezza, i cittadini dissero di sì.
Col tempo videro che stavano tutti meglio ed elessero il drago a protettore della città ed ogni anno lo invitavano ad una grande festa.
PARLANDO DI GUERRA
Sono solo una
bambina di dieci anni e non capisco perché gli adulti si comportano in una
certa maniera. Non c’è telegiornale che non parli di guerre e di vittime, che
non ci faccia vedere scene di morte e di distruzione Ma se io fossi in Africa,
in Iraq, … in tutti quei posti dove c’è la guerra, e potessi comandare, la mia
prima legge sarebbe: basta con
Anche nella storia che ho studiato finora, quella dei popoli antichi, ho letto di tantissime guerre, ma per me le cause di litigio si possono risolvere ragionando con calma e usando tolleranza e rispetto. Che bisogno c’è di farsi guerra per motivi religiosi? Non si può vivere insieme e volersi bene anche se si ha un modo diverso di praticare la religione?
Ho saputo che un’altra causa di guerra sono le ricchezze che un territorio ha, come il petrolio o le pietre preziose, che sono beni che portano denaro. Tutti vogliono occupare gli stati dove queste si trovano in grandi quantità, ma non è giusto. Forse, per quegli stati, tali ricchezze sono l’unica fonte di guadagno.
Le guerre hanno come conseguenza solo maggiore povertà e distruzione. Basta vedere le immagini che ci inviano i telegiornali per scoprire che nei paesi in guerra ci sono solo rovine, ma soprattutto tante morti e mutilazioni.
E lo sapete chi sono le maggiori vittime? Dai dati delle ultime guerre abbiamo saputo che 34% sono dei bambini; 26% anziani; 16% donne; 17% uomini; 7% militari.
Perciò le maggiori vittime sono i bambini, cioè gli esseri innocenti, mentre pochissime vittime sono i militari. Non è terribile questo?
Noi bambini vogliamo vivere, e vivere in un mondo di pace per poter apprezzare tutto quello che c’è di bello al mondo.
Africa
Africa è il
sorriso dei bambini
è felicità, gioia
di vivere,
giocare all’aperto
forse con qualcosa
in meno ma non importa,
alla fantasia e
alla creatività
basta poco.
Africa, paese
meraviglioso
simile a giorni di
sole,
animali grandi
come eroi, paesaggi immensi
che non finiscono
mai di meravigliare.
Africa, sei forte
e ricca,
non ti arrendere.
Questo è l’anno dedicato all’Africa e il Comune ha invitato le maestre a parlarci di questo continente .
Dalle immagini che abbiamo visto, l’Africa ci appare un bellissimo continente, con una grande varietà di paesaggi e di ambienti: i deserti, le oasi, le savane, le foreste, le montagne, i grandi fiumi. Il fatto, poi, che sia il regno di tanti animali che da noi non esistono, come l’elefante, il leone, la giraffa, la zebra, il coccodrillo,… ce lo rende ancora più affascinante.
Purtroppo in alcuni Stati africani le persone non possono vivere tranquillamente e soffrono per le guerre, la siccità, la povertà e le malattie.
Molti di questi problemi sono causati dal modo in cui le popolazioni sono state trattate nel passato. Per circa trecento anni, gli uomini più giovani e forti sono stati portati via e resi schiavi, lasciando così l’Africa spopolata e in rovina. La sua storia, dopo, è fatta di continui domini e sfruttamenti delle sue risorse: oro, carbone, diamanti, petrolio e tanti altri minerali.
Oggi la gente africana, uomini e donne, cerca di trovare un proprio modello di sviluppo e la soluzione ai tanti problemi. Quando le difficoltà sono troppe, arrivano gli aiuti stranieri. La mostra “Diamo voce all’Africa”, alla quale abbiamo portato i nostri lavori, faceva vedere le opere realizzate da alcune organizzazioni maceratesi.
Presso
la galleria degli Antichi Forni si è tenuta una mostra, curata
dall’Associazione SER.MI.GO, che cerca di sensibilizzare le persone ai temi
della solidarietà fra i popoli e all’integrazione tra le diverse culture.
La mostra riguardava Korogocho, una
baraccopoli di Nairobi che è la capitale di uno Stato africano, il Kenia .
Spesso
le capitali, le grandi città attirano le persone più povere che sperano di
trovarvi un lavoro, ma, senza la possibilità di pagare un affitto, finiscono
per vivere in baracche senza alcun servizio igienico e senza elettricità.
Alcuni missionari hanno scelto di vivere con questa gente per condividere lo
stesso stato di disagio e per cercare
insieme di migliorare le condizioni di vita.
Noi siamo andati a vedere questa
mostra. Appena entrati si sentivano in sottofondo delle canzoni africane e
tutto riproduceva un po’ l’ambiente tipico di una baraccopoli. Siamo stati
invitati a prendere un sasso bianco da portare con noi lungo tutto il percorso.
Siamo passati attraverso cumuli di
spazzatura, lattine, bottiglie, panni stesi ad asciugare, vecchi e sporchi
materassi, perché il villaggio di Korogocho
sorge proprio su una discarica e gli abitanti prendono da lì le cose che
sono loro necessarie.
Lungo il percorso, appese alla
parete, c’erano parecchie foto di bambini, spesso ripresi
mentre cercavano qualcosa tra gli
ammassi di rifiuti.
Quello che colpiva era la felicità
stampata sul loro viso; anche se si vedeva che erano molto poveri, che vivevano
in mezzo alla sporcizia e alle mosche, che avevano da mangiare solo una piccola
razione di fagioli e di mais.
Tutto questo ci ha fatto riflettere. I ricchi cercano di essere felici comprando anche quello che è superfluo e non si accontentano mai; i poveri non hanno neanche il necessario, ma sembrano sprigionare gioia e giocosità. L’avere troppo porta forse tristezza?
Dopo aver “vissuto” il cammino nella baraccopoli, dovevamo rinunciare simbolicamente a qualcosa del nostro mondo, scrivendolo sul sasso bianco. E c’è stato qualcuno, prima di noi, che ha lasciato lì pure un cellulare, un PC portatile, un orologio, una calcolatrice e persino dei soldi.
Attraverso un video abbiamo visto
come, dopo sette anni di lavoro dei volontari, la situazione è migliorata:
case, chiese, scuole, pozzi, all’inizio solo in progetto, sono diventati una
realtà e così molte persone ora possono vivere una vita migliore.
Altri aspetti, sia in positivo sia in negativo di Korogocho e dell’Africa in generale, li abbiamo scoperti in un particolare “Gioco dell’oca”.
Ma alcune cose di quello che stiamo
scoprendo del mondo, di paesi neanche
troppo lontani da noi, ci dispiacciono tanto: tante disparità non devono
esistere!
Il fatto Nel
giugno del 2006 viene girato dai
ragazzi della scuola “Albe Steiner” di Torino un video che mostra un alunno disabile preso a calci e
insultato dai compagni di classe. A novembre l’associazione Vivi Down trova il video su Google e segnala il caso.
I ragazzi si autodenunciano al preside dello Steiner e vengono sospesi dalla
scuola per un anno. |
LETTERE
Carissimo,
per caso ho saputo della tua terribile
disavventura qualche giorno fa ascoltando il telegiornale che in genere mi
annoia e non seguo mai con tanto interesse. In questo caso, però, non ho potuto
fare a meno di ascoltare la notizia e vedere il video in cui alcuni tuoi
“amici” ti insultavano e ti picchiavano senza alcun motivo.
Sono rimasta scioccata da tanta cattiveria e anche
da tanta vigliaccheria perché tu eri solo contro tanti.
Come stai? Spero che tu ti sia un po’ ripreso; io ti
scrivo per farti capire che ti sono vicina e mi piacerebbe che tu mi
rispondessi non appena te lo sentirai. Tu mi hai fatto tanta tenerezza; invece ho
provato tanta pena verso i ragazzi che ti hanno picchiato e insultato perché
sono stati tanto stupidi da non rendersi conto di quello che facevano.
Non
ti voglio più rattristare con questi discorsi che ormai appartengono al
passato. Auguri per il futuro.
Ti mando un abbraccio
Jessica
Io
so che in quel momento ti sentivi indifeso e senza amici, probabilmente pure
adesso, ma non è così: tutta la scuola, tutta l’Italia è con te, perché non si deve essere così
cattivi.
Mi
chiedo: a che serve? E’ solo stupidità.
Non
ti preoccupare e non pensarci. Rimani sempre buono.
Un
buon domani da
Sara
Caro amico,
mi dispiace che ti hanno picchiato. Capisco pure che
hai un carattere docile e mite e hai fatto bene a non reagire. Loro non dovevano maltrattarti e fare quel disegno alla lavagna.
Sai, anch’io ho un fratellino down che purtroppo sta più male di te e non vorrei
mai che gli capitasse di soffrire così.
Il tuo amico
Caro bambino,
ho sentito raccontare la tua triste vicenda, ho
provato tanto dispiacere e mi sono arrabbiato con quei tuoi compagni di scuola
che ti hanno infastidito. Loro hanno approfittato di te perché ti hanno visto
debole, ma io penso che tu sei uguale agli altri e meriti di stare a scuola in
modo tranquillo, come ogni ragazzo.
Secondo
me, i tuoi compagni di scuola devono essere puniti per il loro comportamento:
invece di aiutarti, ti hanno picchiato e preso in giro.
Spero che non ti ricapiti più un fatto del genere e
che tu possa continuare a fidarti del prossimo.
Un abbraccio
Paolo
Cari ragazzi,
voi
siete grandi, noi più piccoli, ma vogliamo darvi ugualmente un consiglio per
aiutarvi: riflettete bene e tanto, non usate mai le mani e le parole per
offendere.
Questo ragazzo, come si sente? Ve lo siete chiesto?
Voi avete fatto qualcosa di molto brutto che non si
deve fare mai a nessuno
Valeria
Ciao, ragazzi,
vorrei farvi capire, come ha fatto la maestra con
noi che ci ha riuniti per parlare di cosa va fatto e di cosa non va fatto nei
confronti delle persone più deboli che
non possono reagire, che non bisogna maltrattarle, o picchiarle o minacciarle
chiedendo dei soldi. Non dobbiamo assolutamente credere nella forza muscolare,
pensare di essere forti perché si è capaci di picchiare; la vera forza è quella
del cuore, è sapersi comportare bene tutti i giorni, è aiutare chiunque si trovi in difficoltà o
sia più debole di noi.
Maddalena
E
quando ci capita di assistere a questi episodi di violenza, non comportiamoci
come le tre famose scimmiette “Io non vedo, io non sento, io non parlo”.
Un’esperienza forte con gli
SCOUT.
Nel mondo ci sono molti
ragazzi che, picchiano, rubano, fumano, si drogano e la spacciano, si
ubriacano, fanno videoclip, mentre molestano professoresse e li mandano in
INTERNET. Ma nel mondo ci sono gli SCOUT, un’associazione che aiuta, con
piccoli gesti, gli altri. Fanno capire ai ragazzi le cose che si devono fare e
quelle che non si devono fare attraverso i giochi. Essi fanno tutto il
contrario di quello che fanno i bulli.
Ciascuno scout ha un
preciso compito da svolgere e ogni volta che si porta a compimento, sale di
livello. Tutto questo con lo scopo di migliorare le proprie potenzialità.
Negli SCOUT le esperienze
forti non mancano mai. Ti fanno sentire come in una grande famiglia dove ognuno
è rispettato e valorizzato.
Alcuni bulli prendono in
giro gli altri per come si vestono, gli SCOUT. vestono tutti in modo uguale e
nessuno può essere preso in giro per il modo di vestirsi.
SOLIDARIETÀ
Il cuore dei volontari.
Molte persone sono in
difficoltà, noi non facciamo niente, ma ci sono persone che si prendono cura
degli altri.
AVIS, Croce Rossa, SER.MI.GO, e altre associazioni si occupano di volontariato. Ma voi, sapete cosa vuol dire volontari?
Se non lo sapete ve lo spieghiamo noi.
Sono persone che aiutano la gente in cambio di un sorriso. Migliaia di persone aiutano con il volontariato, ma sembra che con il tempo noi ci dimentichiamo di tutto ciò che fanno per gli altri. Donare sangue, fare i medici del sorriso, aiutare senza prendere qualcosa in cambio, come i soldi: una cosa magnifica per il bene del prossimo.
Quante volte ci arrabbiamo, c’insultiamo e ci mettiamo in difficoltà… o magari siamo indifferenti!
I volontari in ogni situazione mettono sempre buona volontà, sopportano, soccorrono, rallegrano… tutto ciò con un sorriso sulle labbra.
Tutti noi diciamo “VIVA la pace, ABBASSO la guerra ” e allora perché non ci mettiamo al lavoro per aiutarci, per fare un mondo migliore?
Dobbiamo fare come loro, pensare al nostro prossimo, soprattutto se in difficoltà e magari, da grandi, diventare anche noi volontari.
INTERVISTA
AI VOLONTARI FRANCESCA E ALDO.
D - Che cosa significa A.V.I.S.?
R - Associazione volontari Italiani del sangue
D - Francesca, quando sei entrata a far parte
dell’A.V.I.S.?
R - A diciotto anni
D -Come hai deciso di fare la volontaria ?
R - Sono stata ispirata da mio padre da un episodio: lui, come tutte le sere ascoltava la radio, ad un tratto annunciarono che un bambino all’ospedale di Ancona aveva bisogno di sangue allora si rivestì in piena notte parti all’ospedale per dare sangue.
Da quel giorno ha deciso che avrei fatto anch’io come papà: il volontario.
D - Prima di prelevare sangue si fanno analisi?
R – Certamente, sempre. Prima si prelevano due gocce per analizzarle. Se tutto va bene si preleva il sangue con un ago collegato ad una sacca che poi viene usata per chi ne ha bisogno.
D - Tu hai paura degli aghi?
R - Sì molta, ma io penso sempre alla merenda che ci daranno dopo -
D - Ogni quanto tempo si possono fare le donazioni?
R - Io che dono solo le piastrine posso farlo una volta al mese
D - In che consiste il volontariato?
R - Un volontario è una persona buona e gentile sempre disponibile ad aiutare tutti senza essere ripagato con soldi, ma con grande felicità, sorrisi e grande solidarietà.
D - E per te Aldo cosa significa essere volontario?
R - Essere gentile, aiutare le persone e far essere felici la gente.
D - Francesca tu hai donato mai il midollo osseo?
R - No però ci ho provato.
D - Siete soddisfatti di donare il sangue?
R - Si siamo molto soddisfatti.
D - Perché?
R - Perché, ci piace aiutare la gente con in cambio di un sorriso.
D - Cosa hai fatto Aldo recentemente?
R - Ultimamente sono stato in Africa.
D - Come sei andato e cosa avete fatto? Perché?
R - Volevo andare ad aiutare quei poveri bambini e portare delle cose a loro.
D - Che cosa hanno fatto?
R - Loro non hanno fatto niente, ma mi hanno accolto molto bene.
D - Ma dimmi Aldo, come comunicavate?
R - Facile questo, quando sono arrivato mi hanno insegnato la loro lingua, giocando.
IL GIORNO DELLA MEMORIA
Durante l’anno si dedica un giorno, il 27 gennaio, al ricordo delle vittime del nazismo. Anche noi, ogni volta, lo celebriamo vedendo un film e parlando della storia di quel periodo.
Quest’anno il Comune aveva fatto piantare, alla Terrazza dell’Onu dei Popoli, anche venti cespugli di rose bianche per ricordare la tristissima vicenda di venti bambini ebrei (2 francesi, 2 olandesi, 1 jugoslavo, 14 polacchi e 1 italiano). Purtroppo qualcuno, dopo qualche giorno, aveva sradicato le rose.
Quando il Comune ci ha invitati a ripetere la cerimonia nell’anniversario della loro uccisione, noi abbiamo accolto l’invito per testimoniare con la nostra presenza che è importante il ricordo, perché dobbiamo stare attenti che questi brutti avvenimenti non si ripetano, ma anche per condannare il gesto di disprezzo che è stato fatto.
Noi eravamo gli unici alunni di scuola primaria, però c’ erano diverse classi di scuola superiore. All’inizio ha parlato il vicesindaco e ci ha raccontato la storia di questi poveri bambini. Essi furono portati via dalle famiglie e dai loro paesi d’origine per essere chiusi nei campi di concentramento, prima in Polonia poi in Germania. Durante la loro prigioni il malvagio dottor Heissmeyer li sottopose a crudeli esperimenti, come iniettargli i bacilli della tubercolosi per farli ammalare e poi studiarne le difese immunitarie. Per convincerli a seguire il medico, gli
dicevano pure che avrebbero incontrato la loro mamma, ma era un inganno.
Infine il 20 aprile del 1945 vennero uccisi perché nessuno sapesse quello gli era stato fatto.
Nel sentire questi racconti ci siamo accorti che un ragazzo, seduto sul muretto, piangeva e questo ha accresciuto la nostra commozione.
Alla fine hanno chiesto a noi, che eravamo i più piccoli, di andare a sistemare le rose.
Quando abbiamo riparlato a scuola di questi fatti, abbiamo commentato: “Siamo fortunati a non vivere in quel periodo” , “Anche se so che il passato non si può far tornare, io se ci fossi stata avrei fatto tutto per aiutarli”, “Io dico che chi si comporta in maniera tanto malvagia nei confronti di altri, dovrebbe prima pensare come reagirebbe se toccasse a lui”, “I. nazisti non apprezzavano le genti diverse, invece per me la diversità è una cosa bella”
Voglio raccontare la mia esperienza all’ospedale pediatrico di
Ancona per dimostrare, ai bambini che dovessero farla, che è possibile viverla
con serenità e magari con un sorriso.
Ho dovuto trascorrere un lungo
periodo in ospedale e devo dire che non è stato terribile come lo immaginavo.
In ospedale, io mi sono anche divertita, ho conosciuto tanti bambini e ho fatto
nuove amicizie. Ricordo ancora un bambino. Lui era molto malato e la malattia
aveva cambiato il suo carattere, rendendolo irritabile e scontroso. Non era
facile stargli vicino, ma con un po’ di pazienza è diventato più gentile, e mio
amico. Ne ho conosciuti altri, ma lui per me è speciale, perché e riuscito a
superare i suoi problemi.
Per farci dimenticare le nostre
sofferenze, ci sono ogni giorno mille attività. La mattina vengono delle
maestre che ci aiutano a rimanere alla pari dei nostri compagni che frequentano
Ogni giovedì pomeriggio, in ogni
stanza viene un clown, soprattutto
“La medicina del sorriso”, per
dimostrare che sorridere è la medicina migliore per tutti, particolarmente per
noi bambini. Se qualche bambino ricoverato compie gli anni, si organizza una
bella festa e questa è anche l’occasione per fare nuove amicizie.
C’è
anche una sala giochi con tanti giocattoli, puzzle, giochi da tavolo e, il giovedì,
anche la play station! Il martedì c’è la pet-therapy, la terapia con gli
animali. Ci vengono portati tre animaletti tenerissimi: Potacchio, il
coniglietto, Fulmine, il gattino, e Lilli, la cagnolina.
Per i
ragazzi più grandi ci sono delle video
conferenze su vari argomenti, anche sull’energia alla quale io ho partecipato.
Una volta è venuta una troupe televisiva locale che ci ha ripresi e
intervistati!
A
Natale, ogni anno, vengono i calciatori della squadra di Ancona a distribuire
regali per tutti, insieme ad una ragazza, mascherata da befana che regala calze
piene di dolci ad ogni bambino.
Insomma,
se la prendi in modo giusto, l’esperienza ospedaliera può diventare
un’occasione per conoscere tante persone
e altrettante storie e apprezzare
di più le piccole cose della vita.
IN FUGA
Questa mia storia è vera e voglio condividerla con voi. Ancora oggi rivivo lo spavento di quei brutti giorni.
Molti di noi Macedoni, durante la guerra, ci eravamo rifugiati in una specie di grandissima grotta, portandoci dietro qualcosa da mangiare. Ci stavamo strettissimi, perché eravamo circa un milione, o almeno così tante mi sono sembrate le persone con le quali mi sono trovata a vivere per un po’ di tempo. Io avevo paura.
Una sera tutti hanno deciso di fuggire e di tentare di raggiungere il Kosovo. Mia madre ha preso qualche vestito e dei biscotti, e ci siamo avviati a piedi. Le mie sorelle, tutte più piccole di me, sono salite sul cavallo di mio nonno. Durante la notte abbiamo attraversato un bosco ed io per la stanchezza mi sono addormentata su un sasso e mi sono persa.
Fortuna che mia zia mi ha ritrovata!
Dopo questo lungo viaggio siamo arrivati in Kosovo.
Qui un’anziana donna ci ha ospitato in una sua casa. Dopo tre settimane ci ha detto di andare in un altro posto, ma intanto io avevo fatto amicizia con delle bambine ed ero contenta di stare lì, anche perché mi piaceva andare a spasso con mia zia.
Quando l’anziana ha detto “Qui non potete restare”, noi abbiamo chiesto il perché e lei ci ha risposto che le davamo fastidio. Di questo problema abbiamo parlato con mio padre che, allora, ha deciso di mandarci da certi suoi amici.
Ma io ero spaventata, dicevo nella mia mente “Resteremo in strada”, e piangevo, piangevo. Mamma cercava di rassicurarmi: “Stai tranquilla, ci ospiteranno”. Così fortunatamente è stato.
Dopo tre mesi, siamo ritornate al nostro paese ed abbiamo trovato le case completamente distrutte.
Per questo ora sto in Italia.
MI MANCA
Io mi chiamo Roberto. Sono arrivato qui, a Macerata, da pochi mesi. Ho sempre vissuto a Fano insieme alla mia grande famiglia rom composta dai miei sei fratelli, mia madre e tutti gli altri parenti.
Con la mia famiglia ho girato molto; sono stato a Siviglia, a Madrid e in Croazia.
In famiglia parliamo una lingua diversa dall’italiano, è una lingua tutta nostra che assomiglia al greco.
Quando stavo a Fano, andavo a scuola, ma non tutti i giorni perché a volte preferivo stare a casa e giocare con i miei cugini.
Di quel mondo adesso mi mancano soprattutto la gioia di tutti i giorni e la serenità delle persone; è per questo che le ho sempre nel mio cuore.
Una delle feste più belle che ricordo è sicuramente “Girevdan” che si svolge tutti gli anni il 5 maggio. Anche quest’anno l’ho festeggiata con la mia famiglia.
Al mattino, ci siamo alzati
presto per andare a tagliare
Quando la carne era pronta da mangiare, l’abbiamo portata in casa e abbiamo cominciato il pranzo.
Eravamo tutti insieme, grandi e bambini, parenti e amici. Il clima era molto festoso: mangiavamo tutti allegramente, scherzavamo e ascoltavamo la musica.
Il banchetto è durato quattro o cinque ore.
L’era glaciale
Se vi interessa sapere se sia possibile la nascita di una forte amicizia tra esseri tanto diversi, allora vi consigliamo di vedere il bellissimo e commovente cartone animato della Dreams Works, intitolato “L’era glaciale”.
A noi è piaciuto molto, non solo per i momenti divertenti, avventurosi e toccanti che ci ha regalato, ma soprattutto perché ci ha aiutato a riflettere: la “diversità” non è un ostacolo quando ci si incontra e si fa un cammino insieme.
I protagonisti di questa storia sono animali preistorici: il mammuth Manfred, il bradipo Sid e la tigre dai denti a sciabola di nome Diego.
Questi personaggi appartengono a mondi diversi; all’inizio neanche si conoscono, ma per una serie di avvenimenti conseguenti alla migrazione, entrano in contatto e… in conflitto.
Il bradipo è un tipo buffo, maldestro e un po’ “appiccicoso” e per questo nessuno vuole stargli vicino; il mammuth è un solitario, burbero e
triste, che ha assistito, quando era piccolo all’uccisione di tutta la sua famiglia ad opera degli uomini. Per questo, contrariamente a Sid, non vuole occuparsi di un bambino che la madre morente affida loro. Infine c’è la tigre che deve eseguire gli ordini del suo branco: rapire il piccolo e portarlo al capo branco.
Durante il lungo e avventuroso viaggio, che fanno insieme, per riportare il bambino alla sua comunità, ognuno avrà modo di apprezzare e provare rispetto per l’altro. Addirittura, per la forte amicizia che si viene a creare tra loro, la tigre sarà pronta a sfidare quelli della sua stessa specie. Manfred capirà che il cucciolo d’uomo non è colpevole di quanto hanno fatto altri uomini alla sua famiglia e farà di tutto per portare in salvo il bambino. Sid scopre che finalmente ha qualcuno che gli vuole bene. Ognuno, insomma, si ritroverà migliore.
Questo spiega che le persone diverse fra loro non sono altro che persone da conoscere.
Non
distruggere il mondo e le sue bellezze naturali comporta anche la
salvaguardia di ciò che l’uomo stesso ha costruito di bello. Infatti non
sempre l’attività dell’uomo è stata causa di distruzione, ma, al contrario,
nella maggior parte dei casi, ha lavorato per costruire un mondo migliore. Ne sono la dimostrazione tute le
grandi opere che sono sparse nei vari luoghi del mondo. La presenza di opere magnifiche
era evidente anche nel passato. Infatti nel periodo ellenistico erano famose le cosidette sette meraviglie
dell antichità .erano il
sontuario di olimpia ci oè
il tempio di zeus, il tempio di
Efeso dedicato ad Artemide costruito in fondo
ad uno palude, le piramidi di Cheope, Cheofen e
Micerino le più grandi costruzioni
di pietra, il Mausoleo di
Alicarnasso, la gigantesca tomba di
Mausolo, Colosso di Rodi,una statua di bronzo che si trova all ingresso del
porto di Rodi , i giardini
pensili di babilonia
che sorgevano su alte terrazze
e il faro di Alessandria. Poiché di queste meraviglie non resta più nulla , lo svizzero Bernard Weber, lancia duante le
Olimpiadi di Sydney 2000, un referendum mondiale via internet per determinare
le Sette meraviglie del mondo
moderno. All’inizio viene presentata una
lista di 17 opere candidate che però, in seguito a notevoli pressioni di
tutti i paesi del mondo, aumenta fino a superare 150 monumenti. Ma il 1°
gennaio 2006 sette giudici internazionali, tra cui il presidente dell’Unesco,
rendono note le 21 opere finaliste
( che abbiamo inserito qui a fianco). La scelta ufficiale delle Sette Meraviglie avverrà a
Lisbona, il 7 luglio Il sito ufficiale dell’iniziativa
è: www.new7wonders.com
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Acropoli di Atene (Grecia –
V sec. a.C.) |
Alhambra (Spagna – XII s. d.C.) |
Angkor Wat (Cambogia – XII s.d.C.) |
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Chichén Itzà (Messico – VII
sec. d.C.) |
Cristo Redentore (Brasile –
1931) |
Colosseo (Italia - I sec. d.C.) |
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Isola di Pasqua (Cile –
X-XVI sec. d.C.) |
Torre Eiffel (Francia – 1887/1889) |
Grande muraglia cinese (Cina
– III sec. d.C.) |
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Hagia Sophia (Turchia –
532/537 ca.) |
Tempio di Kiyomizudera
(Giappone VIII s. d.C) |
Cremlino e Piazza Rossa
(Russia – 1156/1850) |
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Machu Picchu (Perù – V sec.
d.C.) |
Castello Neuschwanstein
(Germania – XIX sec.) |
Petra (Giordania – I sec. d.C.) |
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Piramidi di Giza (Egitto – III millennio a.C.) |
Statua della Libertà (Stati Uniti – 1886) |
Stonehenge (Regno Unito –
III-II mill. a.C.) |
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Teatro dell’Opera di Sydney
(Australia – |
Taj Mahal (India – 1654) |
Timbuktu (Mali – XII sec. d.C.) |
Il modo di vestire cambia secondo la cultura, il clima, il Paese in cui
si vive.
Ognuno si veste come più si sente a suo agio.
Qualcuno, però, guarda con occhio critico il modo di vestire degli altri,
ma sbaglia perché è bello vedere in giro persone che indossano abiti
diversi dai nostri. L’anno scorso c’era tra le nostre compagne una
bambina musulmana che portava il velo e a noi piaceva così.
Pensiamo che la moda, come la cultura, venendo a contatto con altre
possa arricchirsi. Così vi lanciamo un’idea che potete utilizzare come
gioco. Le nostre nonne dicono che quando erano piccole si divertivano
a ritagliare vestiti di carta per bambole di carta.
E allora perché non farlo anche noi, magari mescolando stili diversi?
Vi mostriamo il modellino di una bambola di carta,che potete disegnare
anche voi, e degli esempi di abiti che alcune nostre compagne hanno
preparato. Non sono carini?
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DEFINIZIONI
1. C’è quello delle acque, del suolo e dell’aria 6. Sono necessari per rendere l’acqua
potabile
2. Servono per distruggere le erbe nocive
7. Associazione che protegge l’ambiente
3. E’ lo strato più superficiale della Terra 8.
Insieme delle condizioni atmosferiche
4. Lo è quella eolica 9. Si sta verificando quello dei ghiacci
5. Formano le Alpi 10. E’ uno dei grandi problemi
ambientali
11. Non sono
né vegetali né minerali
SOLUZIONE: ……………………………………
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ACQUA |
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MITE |
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ALBERO |
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NATURA |
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AMBIENTE |
ECOLOGIA |
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ENERGIA |
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CALDO |
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PREDE |
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CAUSA |
GLACIAZIONE |
RAGNO |
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CLIMA |
LIBERTA’ |
RICICLO |
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CLONAZIONE |
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SOLARE |
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CORAGGIO |
LUMACA |
SOS |
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CROCI |
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STOP |
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SOLUZIONE:
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E’ il rapporto di
interdipendenza che esiste tra una comunità: ………………………...
1) Lo inquinano le petroliere.
2) Ė una pianta che
si trova nel deserto. 3) Si formano in cielo con il vapore. 4) Sono presenti nell’aria.
5) Si trova in mezzo al mare. 6) Ė una energia alternativa. 7) Ė un animale che vive nella savana. 8) C’è quella di tipo solare, nucleare, muscolare,
ecc… 9) Sono spesso
soggette a frane. 10) Serve per respirare.
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Cerchia le lettere che
formano i nomi delle fonti di energia rinnovabile e non rinnovabile. Poi
riscrivi i nomi nella colonna giusta.
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1. L’azione del
disboscamento 7. Le iniziali di Esopo 8. Associazione
Ambientale 9. Ne fanno parte i
cromosomi 11. Albero dalle foglie
aghiformi 13. C’è quello della
verità 15. La lasciano le
lumache 18. “Da”+“il” formano… 19. E’ il nome della
Santa di Cascia 21. La preposizione
articolata 22. Lo sono gli animali
in via di estinzione 24. Una cosa amara 28. Le iniziali di
“ELEONORA” 30. Specie di pongo un
po’ più duro 31. La sigla di
un’associazione ambientalista 32. Rosa gialla molto
chiara 1. Iniziali di tavolo 2. Arbusto dai fiori
gialli e protetto 3. Articolo
determinativo maschile singolare 4. Governa un regno 5. L’azione di togliere
per sempre 6. Il contrario di sempre 8. La si fa del sangue 10. Un oggetto molto
antico 12. Uno dei 7 peccati
capitali 13. Il suo effetto è
dannoso 14. La prima e la
penultima lettera di olio 17. Ad ed id od ud
scegli quella che vuoi tu 20. Le finali di zia. 26. Stop!!! 27. Preposizione
semplice che inizia per “D”
Orizzontali
Verticali
GLI ALUNNI DELLE CLASSI QUINTE